Martin Luther King e il suo sogno di pace

E’ stato senza dubbio uno dei personaggi più significativi del ventesimo secolo, il pioniere delle lotte per i diritti civili degli afroamericani e non solo; oggi cercheremo di sapere qualcosa in più su Martin Luther King jr, il pastore protestante d’America nonché leader pacifista più famoso al mondo insieme con il suo predecessore Mahatma Gandhi. Era contro ogni forma di pregiudizio o discriminazione etnica, predicava amore, ed era fautore della resistenza non violenta, preferita sia alla rassegnazione che a qualsiasi altra forma di ribellione violenta, strada percorsa invece dai seguaci di Malcom X.

Fu suo padre Martin Luther King senior a consigliargli di calcare le sue orme e diventare un pastore battista, e così è stato; King jr ha infatti dedicato tutta la sua vita lottando contro ogni forma di discriminazione e sostenendo l’uguaglianza di ogni diritto, partecipando attivamente e sempre in prima linea alle centinaia di manifestazioni pacifiche fatte con un seguito di centinaia di migliaia di persone.

Cenni di biografia

Nato ad Atlanta il 15 Gennaio del 1929 da Martin Luther King senior e Alberta Williams, Michael King (era questo il suo nome all’anagrafe quando nacque), fu ribattezzato dal padre Martin Luther junior in seguito ad un viaggio in Germania durante il quale quest’ultimo si appassionò in modo viscerale alla figura dell’accademico, teologo, e riformatore religioso Martin Lutero. Trascorse l’infanzia e la sua prima giovinezza ad Atlanta, città nella quale si diplomò nel 1940, e dove diventò il più giovane vice-direttore della storia dell’Atlanta Journal.

All’età di quattordici anni, mentre faceva ritorno in autobus da Dublin, una piccola cittadina della Georgia, dove aveva preso parte ad una sorta di ‘gara oratoria’ fu costretto, unitamente ad altre persone di colore, a cedere il posto a sedere ad alcuni passeggeri bianchi, continuando il suo viaggio in piedi per altri 140 km. Fu un giorno il cui ricordo si fissò indelebilmente nella sua mente. Si laureò in sociologia nel Giugno del 1948, ed in un primo momento era indeciso se proseguire e diventare medico o avvocato; ben presto scoprì invece di essere naturalmente predisposto a diventare un pastore battista, esattamente come suo padre.

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Pioniere della difesa dei diritti civili

Insieme con Ralph Abernathy, altro grande attivista statunitense, ed altre persone decise a lottare accanitamente per la difesa dei diritti civili della comunità afroamericana, Martin Luther King fondò nel 1957 il Southern Christian Leadership Conference (Congresso dei leader cristiani degli Stati Uniti del Sud), movimento del quale divenne subito presidente; obiettivo di tale associazione era quello di assumere una identità anche di carattere legale in un’ottica di lotta continua, ma sempre pacifica, in difesa dell’uguaglianza dei diritti e della non discriminazione. Iniziarono in quel periodo purtroppo le minacce e gli attentati contro la sua organizzazione, ci furono scontri durante alcune manifestazioni, ed arresti per sette persone bianche; la tenacia di Martin Luther King iniziava a dar fastidio, al punto che un sergente di polizia non gli permise di entrare in un’aula di tribunale dove era atteso per testimoniare a favore del suo collega Ralph Abernathy.

Fu arrestato, maltrattato, e portato in prigione con la forza, ma il giorno dopo la sua detenzione, uscito dietro regolare pagamento di cauzione, fu condannato a pagare 14 dollari di cauzione o scontare 14 giorni di carcere come alternativa; ascoltando le parole che egli stesso pronunciò in sua difesa, fu lo stesso commissario di polizia a pagare tale somma ed a lasciarlo libero. Celebre il suo discorso del 28 Agosto 1963 durante la marcia per il lavoro e la libertà davanti al Lincoln Memorial di Washington, nel quale pronunciò più volte la fatidica frase ‘I have a dream‘, in cui è praticamente racchiuso il suo ideale di uguaglianza tra le persone di ogni genere, colore della pelle,e religione.

La sua dura opposizione alla guerra in Vietnam

King aveva sempre espresso il suo grande sentimento di repulsione nei confronti della guerra in generale, e lo fece in modo molto convinto soprattutto nel 1965, quando iniziarono i bombardamenti americani sul Vietnam; l’anno dopo chiese pubblicamente insieme al suo collega Julian Bond che cessassero i bombardamenti, e che gli Stati Uniti non prendessero parte a questa guerra.

Fermava per strada i giovani che andavano ad arruolarsi per andare in guerra, pregandoli di non partire se non ritenevano che fosse una giusta causa; le provò davvero tutte, ma non potè evitare il milione di bambini che morirono a causa delle bombe al napalm. Iniziò a ricevere dure critiche per il suo atteggiamento ed attirò su di se molte antipatie anche da parte della stampa e dei mass media, fino a quando, alle 18,01 del 4 Aprile 1968, mentre era affacciato al balcone della sua stanza d’albergo, fu colpito alla testa da un proiettile sparato da un fucile di precisione. La sua salma è ancora oggi conservata nel Southwiew Cementery di Atlanta.