Teresa di Calcutta, una vita dedicata agli altri

Se parliamo di persone che hanno raggiunto grandi risultati solo con la forza della parola, e in questo caso anche della fede, non possiamo ignorare la figura di Agnes Gonxha Bojaxhiu, popolarmente conosciuta come Teresa de Calcula, eminente religiosa nata a Skopje, quello che oggi è la Macedonia del Nord e nel tempo diventa un vero simbolo di pace, rispetto e tolleranza. Canonizzata e resa santa dalla Chiesa cattolica subito dopo la sua morte, stiamo sicuramente parlando di una delle figure più popolari e influenti del secolo scorso, una donna piccola e poco riservata ai riconoscimenti che, tuttavia, è stata visitata dalle più grandi famosi del pianeta.

La vita dei religiosi non era un percorso di rose, tanto meno. La verità è che la sua rilevanza è arrivata con il tempo, quando era stata dedicata alle missioni per decenni, per aiutare i più bisognosi. Questo è qualcosa che, secondo se stessa, ha provato quando era molto giovane, con solo 12 anni. La sua famiglia era di sangue albanese e tradizione cattolica, quindi Agnese fu cresciuta in quell’ambiente religioso e andò comunemente nella parrocchia della sua città, dove presto sentì il richiamo del Signore. Era chiaro fin dall’inizio che avrebbe dedicato la sua vita ad altri, non come un altro religioso, ma come una vera missionaria, viaggiando per il mondo e arrivando là dove gli altri non sognavano nemmeno. Ma ogni buona storia ha un inizio, e il suo fu nel convento di Loreto.

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Convento di Loreto

Decisa a continuare con la devozione che aveva provato da bambina, Agnese lasciò la sua casa per entrare come suora nell’abbazia di Loreto, situata a Rathfarnham, in Irlanda. Lì avrebbe ricevuto il nome di sorella María Teresa e avrebbe iniziato la sua carriera come religiosa.

Quel convento apparteneva alla congregazione della Beata Vergine Maria, un’istituzione speciale per quelle suore che volevano essere missionarie, specialmente in India, un territorio che a quel tempo apparteneva ancora all’impero britannico. L’intenzione della religiosa, infatti, era di imparare la lingua inglese in modo che potesse andare in India in missione religiosa il prima possibile.

Non ci volle molto per raggiungere il suo obiettivo, perché nel 1929, appena un anno dopo essere entrato nel convento, Teresa fu mandata in India, iniziando il suo lavoro come missionaria nella città di Djardeeling, molto vicino all’Himalaya, a nord del paese.

Poco dopo fu trasferita nella città di Calcutta, dove avrebbe esercitato buona parte della sua vita come missionaria. Lì, avrebbe semplicemente scelto di essere chiamata Teresa, e si sarebbe sforzata di portare l’istruzione ai bambini della città, all’interno del convento di Loreto. Il suo ruolo era vitale per il progresso dell’area e amava insegnare, ma allo stesso tempo soffriva molto vedendo l’estrema miseria che la maggior parte dei suoi studenti e delle loro famiglie dovevano affrontare.

Teresa di Calcutta e le Missionarie della Carità

Nel 1946 la suora era stata nominata direttrice dell’istituto dove insegnava da così tanto tempo, e fu allora che, come dice lei, riceve la chiamata all’interno della chiamata. Per settimane, anche mesi, ebbe una serie di visioni di Gesù Cristo stesso, che parlava con lei della necessità di dedicarsi ai poveri, ai bisognosi. È allora che la suora prende la decisione di dedicare la sua vita non solo alle missioni, ma di arrivarci dove gli altri o non possono o non vogliono, per occuparsi del vero dimenticato, per quelli che sono lasciati dalla mano di tutti , tranne da Dio.

Fu così che la nuova congregazione, chiamata Missionaries of Charity, fu creata nel 1950 grazie all’approvazione del Vaticano. Nonostante le difficoltà religiose e sociali dell’epoca in India, la congregazione riesce ad alleviare parzialmente la povertà nei quartieri più complicati di Calcutta. Nel decennio successivo, la congregazione crebbe e si dedicò all’apertura di ospizi e orfanotrofi, sia per i moribondi che per i bambini, che non erano protetti per le strade della città. Inizialmente destinato solo a Calcutta, la congregazione alla fine si espanse in tutto il resto del mondo poco dopo.

I suoi viaggi intorno al mondo

Nel 1965, il primo quartier generale della Congregazione delle Missionarie della Carità si aprì fuori dai confini dell’India. Il luogo scelto fu il Venezuela, anche se poco dopo si unirono altre città come Roma, o in luoghi diversi come Austria, Tanzania o Cina. Il suo lavoro è stato riconosciuto nel 1979, quando ha ricevuto il premio Nobel per la pace, che ha anche suscitato un enorme interesse da parte dei media. La suora ne ha approfittato per continuare ad espandere il suo messaggio di aiuto ai poveri e ai più svantaggiati, lavoro che ha continuato a svolgere con la sua congregazione per tutta la vita.
Ha combattuto per la pace in diversi conflitti di guerra che hanno avuto a che fare con l’India e altri paesi vicini, ha sempre cercato di porre l’accento sull’aiuto contro la povertà, un male che

Ha combattuto per la pace in diversi conflitti di guerra che hanno avuto a che fare con l’India e altri paesi vicini, ha sempre cercato di porre l’accento sull’aiuto contro la povertà, un male che l’essere umano è in grado di far scomparire, o almeno mitigare, se ci prova . Alla fine del XX secolo, oltre 600 sedi dei Missionari della Carità erano già state distribuite in tutto il mondo, con oltre 4.000 religiosi all’interno della congregazione in diverse parti del pianeta, tutti ispirati alla chiamata che Teresa de Calcula stessa ricevuto al momento, tutti cercano di aiutare i bisognosi.

Canonizzazione e beatificazione di Teresa di Calcutta

Nel settembre 1997, la vita di Teresa de Calcutta si estinse per sempre, almeno in questo mondo, perché una donna come lei sarà sempre ricordata per le sue azioni e la sua missione nella vita: aiutare i poveri e dedicarsi interamente agli sfrattati, quelli che non hanno nessuno. Come previsto, a pochi anni dalla sua morte, il Vaticano era già iniziato il processo di canonizzazione della suora, per renderlo una vera santa a tutti gli effetti, sebbene nel cuore della maggioranza lo fosse già.

L’intero processo si è concluso nel 2016, dopo essere stato aperto anni prima da Papa Giovanni Paolo II, che la ha persino beatificato. Fu infine Papa Francesco a elevare Teresa di Calcula alla santità in una massiccia canonizzazione effettuata in Piazza San Pietro, alla quale hanno partecipato oltre 100.000 persone, tra cui molte sorelle della Congregazione dei Missionari di carità. Da quel momento, Teresa di Calcutta non è solo un simbolo di pace e devozione per i poveri, ma anche una vera santa agli occhi del cattolicesimo.